Il Disturbo del linguaggio è un aspetto chiave della vita di ognuno di noi: caratterizza l’essere umano in quanto tale e aiuta a dare forma alla realtà.
un’azione semplice e naturale che si impara automaticamente da bambini, ma non sempre è così. cosa sono i disturbi del linguaggio e come vengono classificati? disturbi del linguaggio: cosa sono i disturbi del linguaggio rientrano all’interno dei disturbi del neuro sviluppo del bambino: quell’insieme di patologie che comprende anche i dsa, ovvero i disturbi specifici dell’apprendimento.
non esistendo ancora in letteratura una definizione univoca, i dsl sono chiamati in molteplici modi, come: disturbi primari del linguaggio, disturbi specifici del linguaggio e disturbi del linguaggio.
in particolare questi disturbi si manifestano attraverso un ritardo in uno o più ambiti dello sviluppo del linguaggio infantile senza che vi siano però problemi di tipo cognitivo, Disturbo del linguaggio ?
imparare a parlare è sicuramente un’attività che richiede tempo, ma non tutti i bambini iniziano a farlo correttamente alla stessa età. i 3 anni sono uno spartiacque per lo sviluppo linguistico infantile e permettono di distinguere i late talkers, ovvero i parlatori tardivi, dai bambini che potrebbero effettivamente soffrire di un disturbo.
di conseguenza, i bambini che non sviluppano le normali componenti del linguaggio entro i 3-4 anni potrebbero avere un disturbo del linguaggio. a differenza di altre patologie, i disturbi del linguaggio sono spesso identificati in ritardo e senza una diagnosi specifica: si tratta di una forte criticità in quanto un aspetto da non sottovalutare è la loro comorbilità con i dsa quali disgrafia, dislessia e disortografia.
non a caso, lo sviluppo del linguaggio e l’apprendimento della letto-scrittura si fondano su sistemi cognitivi condivisi. proprio per questo è necessaria una maggiore consapevolezza e attenzione allo sviluppo linguistico dei bambini, al fine di identificare in tempo eventuali problematiche e porvi efficacemente rimedio.
ma quali sono quindi i disturbi del linguaggio? la classificazione dei disturbi del linguaggio la classificazione dei disturbi del linguaggio nasce dal contributo fondamentale di due discipline: la psicolinguistica, che pone maggiore attenzione alla funzione linguistica e alla differenza tra produzione e comprensione; la neuropsicologia, che si focalizza sul sottoinsieme fonologico, sintattico, lessicale e pragmatico.
nello specifico, è possibile riconoscere tre grandi macro categorie dei disturbi del linguaggio. i disturbi misti questa prima macro categoria comprende l’agnosia uditiva verbale e il disordine fonologico-sintattico. l’agnosia uditiva verbale consiste in una difficoltà di tipo recettivo, che riguarda la componente fonologica del linguaggio, ovvero la decodifica e la trascrizione delle parole. la componente linguistica fonologica infatti elabora i suoni in relazione alla loro funzione distintiva, identificandone il significato.
il disordine fonologico-sintattico invece include difficoltà sia percettive che espressive, che comprendono il sistema fonologico ma anche componenti morfo-sintattiche. nello specifico la morfologia è quella componente del linguaggio che elabora gli aspetti morfologici, ovvero le unità più piccole delle parole dotate di significato, come le radici e le desinenze, sia nella comprensione che nella produzione.
i disturbi espressivi una seconda categoria dei disturbi del linguaggio comprende la disprassia verbale e il deficit di programmazione fonologica. la disprassia verbale si caratterizza dalla difficoltà, o persino impossibilità, di rendere le immagini verbali dei comandi motori per la produzione del discorso.
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